martedì 17 febbraio 2009

Arde il vento del passato. Si scinde dalla pioggia. Diventa rugiada. Pura e lenta. Eco del sole. Segna le foglie di una mappa sconosciuta. Annegando in rivoli e stomi di dubbi. Inaspettatamente. Ho sete. Bevo senso di vita. Pura. Non ho paura. Di donare schegge impazzite della mia anima. Rivoltata. E spezzettata. Nel gioco degli specchi la verità si è impiccata. Ma la menzogna non è non verità. E' rantolo di debole orrore. Di un bisogno affamato. Si nutre di sé. E della sua idea. Sconosciuto infido contro muri. E spigoli osceni. Nessun luccichio della fragilità. Ondeggia e tintinna. Percepisci ogni sua vibrazione. E in ogni vibrazione ci sei tu. Veli di anima nel vento. E nuvole nella mente. A volte sangue. Vivido e lieve. Parentesi. Tremo tra parentesi. Nascondigli del vuoto. Affascina immensamente. Nel vuoto puoi rotolare nel poco di te.



Persa tra pareti. Lembi tremuli del tutto. L'anima sorride. Musica. Battiti. Istanti. E respiro. Davanti ad un altare. Nel rito della intimità. Sacerdotesse e sacre puttane. E' rosso il sangue. Come velluto. Nessun segno. Solo un immenso manto in cui avvolgere le nuvole. Prima che scompaiano.

Credo si chiami paradiso perduto.
Ma i nomi non contano.
Sono i contorni labili di nuvole.
Finestre su quel vuoto.

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