domenica 15 febbraio 2009
Come fazzoletto
Come fazzoletto la memoria.
Ripiegata in quadrati di ricordi.
Puzza di candore perduto.
Quando tutto odorava di un bianco imbarazzante.
Strato su strato.
Si adagiano veli di pallide verità.
Come labbra consumate e rigate dal freddo.
Spaccate e divorate da tempeste mai soffiate.
Esperienza. Sensazioni.
Sensazioni come solchi di esperienza.
Rivoli in cui tenta di incanalarsi l'esistenza.
Prima di dimenticarsi di sé. E dei suoi errori.
Nodi nella mente.
Non per ricordare.
Ma per non dimenticare.
E io sento neve. E' scesa nei meandri della mia coscienza.
Lacrime inesplose e intrappolate in cristalli.
Sento quel gelo che quasi incanta.
E non sai se averne paura o deliziartene.
Tracce organiche di tristezza.
Tra la perdita della dignità o il coraggio di averne.
Il passato è nei cassetti.
Rotola nella polvere.
O sventola come una bandiera.
Arso dall'aria satura.
E' bastato sfiorare il velluto consumato di un divano
per ubriacarmi di passato
e di tempo inverso.
E delle vite strofinateci contro.
Le dita del tempo tessono la trama. Chi è la tela? Chi l'ago e la sua cruna?
Si intrecciano vite. Come corsi d'acqua.
Rubano al cielo la sua immagine. Si fingono nuvole immobili.
Come statue fatte di acqua.
Il fiume riflette e scompone.
Ma tutto resta uguale. A sé. E a come noi lo vediamo.
Il mio tempo è segnato dal mio cuore.
E i miei polsi sono la sua cassa di risonanza.
"Legami i polsi con le tue mani".
Saranno le corde che avvolgeranno il mio respiro.
Non ho nulla di più autentico.
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