La fede è il lasciarsi scorrere nella corrente di un fiume
del quale non si conosce il nome.
Nel quale siamo inconsapevolmente immersi.
Quel fiume ci riempie di significato.
Noi riempiamo di significato quel fiume.
Noi siamo il movimento spontaneo ed impercettibile di quel corso.
E il suo eventuale contro movimento.
L’arroganza è il volersi opporre alla sua corrente.
E’ lo strappare acqua.
E l’impedirsi di sentirla scivolare.
E’ il credersi acqua mentre si è zavorra.
Destinati a colare a picco.
O ad una apnea senza fine.
La perfezione è la fede nella purezza della forza.
E’ la manifestazione più elementare dell’assoluto.
E ogni granellino prende il suo posto.
Perché così deve essere.
Le linee dell’armonia intrecciano giunchi destinati a cullare sagome
di sogni che respiri e carne riempiranno di significato.
Vorrei immergere le mani in quel fiume.
Vorrei che mi rubasse ogni linea.
La spezzasse dalle mie mani.
Senza presente.
Senza futuro.
Il passato in una fossa.
Vorrei che le mie mani fossero finalmente acqua.
E il mio cuore anche.
Vorrei fosse cullato dalla più autentica delle correnti.
La comprensione è la capacità di bere da quel fiume.
Senza avere sete.
Senza contaminarlo.
Sto morendo assetata.
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