Se adesso scrivessi, sbaglierei le parole. Parole sbagliate. E forse è già successo. Non so spiegare. Ho un sasso mischiato al cuore. Urta. E scivola sempre più a fondo. E si incastra come una nave che va a picco. Mi rivolto il cuore. Ma non lo trovo. Lo sento. Senza riuscire a trovarlo. E io mare in tempesta. Tempesta in cui il cuore devasta il corpo. E il corpo distrugge l'anima. La nave si inabissa. Tra i pezzi del cuore. Del mio stomaco e delle mie dita deliranti. Tracciano profili. E tra parole. Come se fossero scialuppe. Nessuno capisce. E io non capisco nessuno. Non mi raggiungo. E gli altri riempiono solo l'assenza. Con i loro passi immemori. E mi immergono nella patina della distanza. Prostrata all'altare del mio ego. Cerco negli altri i miei segni. Scruto la mia pelle. Scandaglio la loro carne. Con occhi affamati. Di una fame e di una rabbia. Inspiegabili. Oltre ogni limite. E se non li trovo mi convinco di non essere mai esistita. Di essermi sognata. Di aver immaginato questa vita e le altre. Di essere una storia che mi sono raccontata e in cui ho sbagliato il finale. E tra le labbra livide scie di impotenza di un mare in tempesta. Prosciugato.
Risulto dispersa.
E forse è così.
le parole sono spesso sbagliate o inutili
RispondiEliminagli altri sono sempre gli altri
prosciugarsi
come un pesce sulla sabbia
o indurirsi
come sasso di torrente
un inizio, un centro, una fine.
RispondiEliminaMa non sempre in questo ordine.
E se la fine è sbagliata...può stare altrove.
L'importante è la parola, non la storia. Per me.
mi ricorda questa mia che ti regalo
RispondiEliminaciao
non ricordo
Cosa ne è rimasto
assente
non pervenuto
mai arrivato
eppure
manca troppo
forse un tempo
ma...
non ricordo
riuscire a
lanciare così in alto
i propri pensieri
fino a
farli diventare
sogni meravigliosi
spacca il cuore
ti crepi dentro
e la nave
si inabissa
e niente più.
cosa ne è rimasto...