Vestita di autunno inverso, mi spoglio. Mescolate le stagioni, gelo. Come una margherita. Nuda. E' un ramo sfiorito la mia sensibilità. Strappata, io tremo. Macchio di innocenza e di brividi le lenzuola del mio talamo. Cadore e impronte sulla schiena. Come se fosse mappa. E cera. All'ombra di una fiamma non si può mentire. E la pelle grida il suo dolore. E gioco con i fili di luna. Fingendo che sia destino. Sulle dita. Come una promessa. Incisa sulle dita. Fino alle mie vene. Intagliate dal dubbio. Sono un'arpa. Risuonano di dolcezza e debolezza. E gli altri testano la loro forza. Con il disprezzo. Potrei gridare che mentono. Che io vedo le cose da dentro. Che mi spingo dentro. E le sento. Fino a soffrire. Ma taccio.
Ho giurato. E l'altare era il mio ventre.
Ora il sigillo è sulle labbra.
Nessun bacio lo strapperà.
Nè lo scioglierà.
E le lune si moltiplicano. Come spore.
E' come se fosse fatta di terra la mia rabbia.
Terra umida e vorace.
Con la sola voglia di non guardare il cielo.
Ignorando.
Qualcuno li chiama problemi.
E li tinge di sangue.
Ma siamo specchi.
E nessuno se ne accorge.
Sporchiamo gli altri dei nostri limiti.
La storia è in una scatola.
Chiusa.
Supplica aria.
E l'inizio e la fine sono mischiati.
Una sola è la stella ed infinite le lune.
Stanotte.
Nel buio mi nascondo.
E l'altra di me brancola.
E io la osservo spostare aria.
E ricomporre la storia.
Sorride compiaciuta.
Ha soffocato la verità.
Perchè non serviva.
solo nuda
RispondiEliminati riconosco
i vestiti ti corrompono
solo nuda
sei veramente tu
libera da maschere evestiti la verità non conta
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