Niente si interrompe. Tutto si intreccia. Ha ali voraci. Strappano cielo. E tutto diviene ancora. E altro.
Come se il grande tronco fosse là ad attenderci.
Per abbracciarci le mani.
Come edera selvaggia ed incolta.
E ricoprirci le dita di baci e dubbi.
Non era conferma. Me lo sono chiesto. Era la culla per le mie mani affamate. E i loro morsi di paura. Graffiavano contro muri di aria. E passione sotterranea. Adesso rapiscono istanti. E li seminano agli angoli della bocca. Seguendo il contorno delle mie labbra tremule.
Come sorpresa. E come desiderio. E desiderio della sorpresa. E sorpresa del desiderio. Dimenticato come una promessa. Nel sangue. Fino in fondo. Essere peggiori serve per essere migliori.
L'indecenza di un fiore che si schiude.
Timoroso della luce.
E il desiderio folle del tuo odore.
Nella mente.
Mille volte disegnato e cancellato.
E altre volte si chiuderà ancora.
Quel fiore.
E ogni volta sarà quella giusta.
Per riaprirsi.
Poi.
Nel posto riservatoci dal tempo.
Siamo collane di respiri.
In sequela.
Questo è il primo.
Ascoltalo fino in fondo.
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