domenica 22 novembre 2009
Io te lo vorrei descrivere il mare. Vorrei metterti le mani dentro la testa e disegnarci il mare. Modellarti con le dita ed il mio respiro l'onda che si stende sulla riva e le dona la sua forza. Quella vera che non ha timore a stemperarsi in fragilità su una tavolozza dal colore indefinito. Come se fosse bacio. E a perdersi nella fine più pura. Quella senza nome. E senza inizio. E rovescia conchiglie fino a farle rotolare e annegare nella sabbia. Come se fosse amore. Vorrei soffiarti dentro la mente l'odore vigoroso del mare. L'ho ascoltato tante volte nelle sere di inverno. E nei mattini d'estate. E gli ho consentito di mescolarmi i pensieri e giocare con il mio petto. E rapirmi frammenti di sogni e di pensieri. E mordermi il cuore. Fiato e mare. E qualche goccia di dolore. Fino ad intrecciarsi al mio respiro. In quei momenti ti senti il possente respiro del mondo dentro. Gravida di vita. E cerchi una stella qualsiasi per annegarti dentro il suo oblio. Tutto l'oblio di cui è capace. Io vorrei descrivertelo. Come se fosse un dono. Ma non so farlo.
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