Annuso strati di coscienza. Non è un odore. Non lo ritrovi nella carne. Strisciato sulla pelle. Ma nella mente. Nitido come un'alba. E come uno spicchio di luna. Incastrata nel cielo. Asfittica coperta fatta di un blu inafferabile. Ha strali sottili e flessibili l'orgoglio. E il tempo lo rincorre e lo maschera da prevedibile rimorso. Si riflette nella mia lacrima. Come uno specchio che rotola via. Agli angoli della mia bocca. Dove mi bevi. Ho sette chiavi e nessuna e tutte aprono la porta della mia sincerità. Nel lieve segno sui miei polsi. Hai deposto un minuscolo bacio a forma di foglia. E io ne seguo i contorni e le radici. Alito sul seme che è scivolato nel groviglio dei miei dubbi. Li lascio fremere sotto le dita. Perchè ho imparato che la pelle rorida di desiderio si tende e si protende. E senza segni si offre vergine, liscia come una mela, in attesa del primo morso. O di una serie infinita di baci. Come formiche che esplorano, senza direzione, nè destinazione. Nessun segno.
Solo il ricordo di essere stati attraversati.
Annuso i miei polsi e il calco delle tue labbra risucchia le mie.
L'incanto della mente è solo il riflesso di stelle sconosciute.
Sperse e disperse.
Ed i ricordi sono questo.
La voce di stelle precipitateci nel sangue e desiderose di fuggire.
Anche io fugggo quando sento i tuoi occhi su di me.
E odio il mio riflesso mentre maldestra inciampo nella dolcezza.
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