E il cuore resta tutto uno. Non si scalfisce. Non si graffia. E non perde pezzi. Anche se ci sembra. Capita che gli si adagino ruvidi strati. E ci allontanino dalla sua capacità di farsi sentire nostro. Ed è questo che ci fa male. Il sentire noi lontani da noi. Senza una parte. Ma quella parte non si è mai spostata. E' rimasta là. Sotto gli strati o troppo scoperta. E se ci capita, per caso o per difetto, di amare, amiamo con un cuore che non ha mai smesso di starci in corpo e di dimenarsi e sbatterci il petto. Di sciogliersi nelle vene. Non per diluirsi. Ma per arrivare ovunque. Come una campana stonata. E una canzone che sentiamo nella testa ma non sappiamo cantare. Amiamo con tutto l'amore che ci ha attraversato e che si è accumulato. E che preme. Forse un pò malato. Ma non per questo meno intenso. Meno forte. E riversiamo sugli altri tutto quello che il nostro cuore ha saputo provare nel tempo e nei suoi strati. Gli amori che ha saputo sdradicare come alberi o che gli sono tracimati dentro.
Fosse anche per un istante.
Non siamo fogli bianchi.
Ma assolutamente contaminati.
Dove per scrivere non occorre spostare le parole.
Ma trovare uno spazio.
E scriversi addosso.
Anche dove tutto sembra già scritto.
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