Un grigio che non imbarazza, nè incupisce. Non ingombra, ma lascia una traccia leggera, quasi impalpabile. Come se fosse cenere, dannata cenere, figlia di un fuoco che sta morendo e madre di polvere che si sperderà nel vento, inevitabilmente. Ed è così che mi ritrovo traccia che sporca appena, arrossa gli occhi e che si sposta e scosta con le dita. Un grigio lento lento, come la malinconia, quella che ti accompagna mentre sorseggi il tuo bicchiere d'acqua, sempre troppo fredda e che scende in gola, come se fosse un precipizio. E non arrivi mai al fondo. Ti sembra di annegarci, di sperderti dentro, di nuotarci al contrario. Come in uno di quei pensieri un pò ingombranti. E pensi che potresti essere ovunque, e forse lo sei. Sei nel posto esatto in cui è la tua mente. Nulla di reale e tangile. L'anima è uno dei sensi? Non è forse la bocca che spalanca un diverso modo di sentire? La capacità di assaporare il mondo in un modo tutto nostro? E ci sfiora con mani nuove? Forse le stesse ma con polpastrelli capaci di rapire nuovi colori? Sono grigie queste lenzuola e maledettamente lisce. Profumano di pulito, di un pulito quasi inquietante. Mi piace un sacco, tremendamente, restare immobile, dentro lenzuola pulite e silenziose. Senza promesse, e sentirmele addosso al respiro. Perchè siamo creature capaci di slanci, fatti di infinito e delle sue pause, di tremiti e di distensioni. Mi muovo dentro questo grigio, in un mondo ovattato, e con direzioni confuse, forse frecce ribelli, come una gatta, che non sa più fare fusa. E miagola afona. Ho perso una parte di me. E' andata a picco. E non riesco più a ripescarla dalle viscere. E cerco il mio angolo per acciambellarmi alla bene e meglio. Per sentire la terra sotto la pancia, ed il respiro sull'asfalto. E un pezzetto di calore. Addosso.
Il segreto è non disperdere il proprio odore.
Trattenerlo, come una corda.
Legarselo alla mente.
Per ritrovarsi.
Poi.
Sarà la febbre ed i suoi brividi, oggi il mondo mi sembra inverso.
Nè confuso nè impreciso.
Solo inverso, ed accorcio la distanza con la forza di gravità.
Fino a perdermi.
Non ho più voglia delle parole.
Del loro suono,
del loro girovagare.
Della loro assenza di peso.
Preferirei dei silenziosissimi ed efficaci sassi.
Adesso.
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