E la disegno e la cancello. Destinazione paradiso? No, non mi interessa. Mi incuriosisce il lato oscuro della luna, perchè io sono un angelo inverso. Se mi spiegassi, forse sarei già persa tra le parole, così goffe e tenere, come petali di carne che si inseguono, si adagiano, si sfiorano, si strofinano. In uno strano cerchio, qualcuno lo chiamo orgasmo, io me ne frego perchè è solo un piccolo artificio della mente. C'è un segreto quasi mistico nella solitudine di un'anima. Nel suoi toccarsi i bordi, senza riconoscere il bene ed il male, quasi limitandosi a registrare ogni variazione, come se fosse vento. Ed il vento, si sa, non ha limiti nè regole. Lo subisci e altro non puoi, se non annusarne la direzione. Tutti parlano di sensi, di intrigo, di fascino. E io li osservo, e registro la vita, come se lisciassi il tronco di un albero, e precipito, con le mie dita, in tocchi, squilibri e disarmonie. E poi altro non so e sussurro, inneggiando alla semplicità delle cose che non chiedono altro che altre cose, non come causa ed effetto, ma come occasioni. Ecco, io sono l'occasione di un frammento di vita, nuda e purissima. Proprio un ossimoro, come piace a me. Forse. E guardo, infrangendo il buio, e quello che vedo è irresistibile. Una ferita, un segno nella carne, un promemoria tra vena e vena. Esisto, oltre questa notte e quella successiva, e mi racconto, e credimi, non so smettere di strisciare le nocche nel buio, come se fosse una porta segreta; quella dell'orrore di cui sono capace.
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