E poi decido di chiedermi le orecchie al mondo.
Nessuna vocina a serrarmi la coscienza.
A farne coriandoli.
"Perseverare è diabolico baby.
Lo so, ma non resisto."
Non saprei da dove sia sbucata questa voce.
Non è la solita.
Sembra una corda, un pensiero, un nastro tagliente.
Il fiume che si rincorre.
Una riga di cielo.
E del mio rimmel sbavato, dritto e severo sino all'angolo della mia bocca.
Sulle mie labbra un pensiero, e poi sul mento, e poi sulla nuca e poi tra le dita.
Non ho coscienza, non ho identità, nessuna dimensione.
Senza luoghi nè direzioni.
Sì, oggi gira così.
Come il bracciale intorno al mio polso.
Indolente e mordace.
Piega l'aria a piacimento,
fino a frantumarla.
Per costruirla a suo piacimento.
Crepa contro crepa.
Come se il tempo fosse una cornice che si restringe.
Ci comprime.
Oggi, domani, poi.
E adesso?
Gira così, ed è terribile.
E a volte bellissimo.
E la vocina riaffiora.
Una scia su quel fiume.
Sono peggiore di quanto tu possa immaginare.
Ma sono dannatamente io.
E scusa se è poco.
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