Non esiste. Non esisto. E questa placida e furente inesistenza mi ruba il fiato; crudele e furba si insinua tra le labbra, sotto il palato e la ingoio. E si intreccia all’anima. La luna mi ha riempito le pupille, prima di diventare carne. Non so spiegare. Il tempo mangia il tempo. E questa solitudine sembra una sciarpa. E sono inerme e nuda, sotto ogni verità. Incastrata ai miei brividi. E quella mia è ancora più a fondo. Avrei bisogno di una taglio vero e deciso, per lasciarla riaffiorare, come limo di fiume, come petali spersi, come lacrime di stelle. Le mie sensazioni spesso sono più vere di ogni plausibile verità. Esistono nella mia mente e là dentro ci sono solo io. Ed è così difficile raggiungermi, forse non ci arriverà nessuno. Perché quell’incanto raro dei pensieri che si fondono, sino a diventare desideri, non esiste. Quando i sogni si fanno così sottili da sovrapporsi. Urla la in.esistenza. Il pozzo, la notte, la luna, i miei pensieri.
Il vento striscia e graffia.
Segni e sogni.
Fino a levigarli.
Io ho solo una finestra ed è il mio cuore.
Adesso ad occhi chiusi, non sento, altro che quel vento. Il mondo è altrove e non mi riguarda. Ed io non mi raggiungo. Non più. Dopo un grande fuoco spesso resta solo cenere.
“Vento soffia forte ed ancora e abbracciami con nuova solitudine”.
Sincera e pura.
Come il dolore.
Non mente mai.
E non smette di appartenerti
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