Tutto troppo diverso ma tutto troppo uguale. E mi appartengo. Come le dita a questa mano. E le mie vene, come una rete. E poi gli sguardi ai miei occhi. Ed i passi alle mie direzioni. Mi appartengo. Fino ad esplodere nell’unità. Sotto una coltre gelida e questo cielo. Attendo la sorpresa che sappia illuminarmi. E farmi vibrare. E diluisco quella attesa nella vita, nel fiato, nel respiro. Nella dolcezza della bellezza. Fa dimenticare tutto. L’aria fredda profuma di pulito e di solitudine. Sarebbe un posto bellissimo per sentirsi felici.
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