Giorni confusi, di vento e di pioggia,
da non sapere più quale possa essere il difficile confine tra un compromesso e
l’equilibrio. L’aria pulita, quasi crudele, screziata da una coltre di nuvole,
si staglia sul mare, come se fosse il coperchio di mille segreti e di una vita
inversa. Un mondo al contrario, dove non sai distinguere l’entrata e l’uscita.
E le due estremità senza mai ricongiungersi si toccano. Ed è difficile tra
tutto questo grigio riuscire a tenere un morso di luce. Accade. E stupisce. Tra
un cambiamento e quello successivo. Un passo da elefante. Cinque da leoni. E
una marea di passi da formichina. Notti insonni che si infilano tra brividi e
le parole di un libro nuovo. L’odore della carta rassicura sempre, mentre la
pioggia non smette di urtare contro i vetri. E guardo il mare che non si spegne
mai. Ed è bellissimo sapere che qualcuno spingerà ancora le onde, contro la
sabbia. Una volta di un tempo lontano, è davvero successo, la spiaggia si
illuminava ad ogni passo, ed il buio sorrideva. Tra assenze e respiri, qualche
sorriso sincero ho una voglia pazzesca di infilare le mani nel mare.
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