Conto i miei passi sull'asfalto. E i miei tacchi bucano pozze di luce. Infilzano nuvole. Mi fanno compagnia rumori e stelle. Forse sono parole. L'aria è crudele. Striscia sulla pelle ricordi. E la luna è una immensa tasca. Ma sorride. Se avessi la possibilità cambierei pelle. Con corteccia. O forse con petali silenti. Lisci e bugiardi. Sola. Sola come la notte che si stinge nel giorno. E mi resta ancora tra le dita. Sola come il giorno che si tuffa nella notte. L'aria assedia le caviglie. E restare in equilibrio è più difficile. Sei prigioniera dell'istante. Era maggio. E già non c'era più. Era maggio. E poi tornò. L'amore. Odore di bucato sul collo. E baci morbidi. Fatti di lingue timide. Tornò. E io non c'ero. Mi illudevo. E costruivo castelli sulla riva. Inespugnabili. Ma sempre troppo vicini. L'onda arrivava. Sempre. E la sua schiuma trasformava tutto. In una grande pozza. Non voglio più spiegare le cose. A chi le conosce. Saremmo in due a perder tempo. E questo è un mio privilegio. Non lo baratterei con nulla al mondo. Neanche con l'anima. Se la avessi.
Oggi c'è un foro al centro dei miei pensieri.
Tutto si insinua e scorre.
E non trattengo.
Preferisco astenermi.
Non mi era mai resa conto di quanta carne c'è nei pensieri.
E nel pensato.
Più che altrove.
Sappi dunque che dal gran silenzio ritornerò...
RispondiEliminaNon dimenticare che a te verrò di nuovo...
Un breve momento, un pò di riposo nel vento,
e un'altra donna mi porterà in grembo.
( Kahlil Gibran )un abbraccio U
ho sentito dire che anche lo spazio sa di carne.
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