sabato 9 maggio 2009

Mi lascio trasortare dal senso di una primavera acerba.
Ha un odore inconfondibile.
Al centro del mio cuore c'è un ramo.
E sento sbocciare fiori.
Esplandersi.
Spostano aria.
E invadono di vita.
Fiori destinati a non essere raccolti.
Fiori destinati ad accarezzarmi l'anima.
E a sciogliermi sorrisi.
A morire senza essere mai nati.
Adesso cullo i loro germogli.
E li trattengo.
Respiro la mia resistenza.
Che poi è paura.
E cerco le radici.
E mi racconto una storia generale.
Senza dettagli.
Che avvolga come un velo.
Mentre è solo misero cielo.
E' l'aria che ci impedisce di essere nudi. Riempiamo di presente i nostri giorni. Ma dura solo istanti.Siamo destinati a riempirci di passato. Immediato e fremente come un orgasmo. Il segreto più recondito. Perso tra mente e carne. Con sbavature di cuore. Muscolo presuntuoso. La linfa è là. Nel cuore. E non ha senso centellinarla.
Scorrimi e sgorga.
Fendimi e riempimi di crepe e di fessure.
Non voglio che quello.
Secernere distillato di primavera.
Che poi è sangue.
E dimenticare il resto.

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