mercoledì 27 aprile 2016



Horror vacui


Il vuoto dentro di me. E la paura di guardarci. Affondo le unghie nella inquietudine. E a volte mi sento orrida, altre trasparente. Molte, troppo. Perché ho permesso agli altri di guardarmi fino in fondo. Oltre l’orlo scucito, e la trama è davvero banale.  Sono una donna banale, una come tante. Ma non ho mai proclamato la mia specialità. Solo una paura bastarda. Tessuta fitta alla mia carne, dove non c’è nulla che non sia sangue. E quello scorre ovunque. Non so sedurre, perché amo troppo la verità. E non so nascondere l’inquietudine né chiedere in modo da avere risposte. Una foglia da ripiegare in un album tra altre foglie. E dipingere la loro sagoma. Con il colore che capita. Per il resto, è tutto noia. E io lo sapevo. Ma sono stata troppo precipitosa. Avrei dovuto nascondere il lembo della virtù nell’orlo della dignità. Ma volevo provare. Anche se è troppo tardi. Per tutto, forse anche per disegnare la vita. E la gonna è strappata. E
Mentre tutto è una linea.
Maledettamente normale. Buca. Si spinge all’infinito. Respiro dopo respiro. Fosse pure rubato. Un orgasmo. Un tuffo nel proibito. La linea pulsa e se ne frega. E resto spersa in un suo tratto. Nel trionfo del non sapere amare. Tu non lo sai più fare. Io non ci sono mai riuscita. Senza memoria. Non c’è proprio nulla da ricordare. La pagina è bianca. Solo sporca di aloni. Nessuna poesia.
Io avrei voluto solo che qualcuno avesse guardato la mia anima.
Per una volta.


Nessun commento:

Posta un commento