martedì 12 febbraio 2019


E ritrovarsi così diverse e così uguali.
“Domani io vado a….”.
“Davvero? Anche io!”.
Il primo incontro e una emozione profonda e confusa, tra parole e fogli vari. Nella indifferenza di una folla che ci circondava, ignara del segreto che conservavamo dentro e che ci aveva avvicinate ed unite per sempre, quasi come un sigillo. Allora non lo sapevamo. E le nostre paure e le risate, e le lacrime, le confidenze, il timore iniziale, e le scintille; quante scintille! E tanta cautela. Protezione, cura, come con i semini preziosi, su una strada. Per non parlare dei tuoi biscotti, del diluvio in estate, del casello di una autostrada, delle mie melanzane tisiche, e di miscio, gatto pugliese. “Di chi sei tu?!”E poi Napoli, ancora e ancora, mia e tua, Napoli nostra. Punto e a capo. Ogni volta, sorrisi, assenze, scarpe vecchie e nuove e l’odore del mare. Confidenze nel cuore di una notte sconosciuta, ma disperatamente sincera, con le cicatrici vicine vicine. Una vera promessa di amore.  Un gioco, un gioco serio, il gioco più sacro che si possa concepire, la amicizia, la nostra, più reale del pane e più profonda di un solco nella terra.

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