Abbraccio la follia ed il mio essere denso e peggiore. E non contemplo il resto. Nè mi volto. Dietro l'angolo. Fatto di aria e volontà. Mi basta assentarmi e raccogliermi. Come chicci di grandine, prima che il sole li sciolga. Una gelida collana che geme e freme per divenire rugiada e piangere e poi baciare nuovi stomi. Immergersi in altra vita. E diventare ancora aria. Per liberarsi e non avere dita. Solo aria e graffi umidi tra le mani. Come geroglifici. Fossimo fatti di pietra avrebbe un senso. Ma il senso spesso non ne ha. Ed io sono carne e fatta di carne ed è di carne questo cuore. Capace di sanguinare, senza delusione. E l'uno e l'altra, fatti di tutto l'amore che per sbaglio o per diletto o per incanto o per sorte li ha solcati. Senza saper smettere. Neanche quando si contrae e si spezza in spigoli improvvisi ed immotivati. Ognuno è quello che ha dato e quello che ha dato non è mai perso. Il cuore non ha piatti di bilancia ed è sempre in quell'equo disavanzo che mi piace chiamare ricchezza. Già. Quella voglia di raggiungere, di colmare, di sublimare la misura, e sorpassarla. La propensione che ci rende più umani che si può. Nel ritornare in equilibrio. Solo per riprovare l'ebrezza di nuove discese impervie. Non chiamatele emozioni. Solo stupidità. E vita. Mi piace ricordare il mare e ricercarlo nell'aria. Una volta mi hai insegnato a ritrovarlo dentro. A sentire l'onda che si perde sulla riva. Mi dicevi di pensare al mare e che così non mi sarei mai sentita sola. E questo è vero, perchè pensando al mare io penso a te. Alla distanza in cui siamo stati immersi. E ai nostri occhi e alle risate, come un sorso sano. Un sorso intero che mi faceva ritrovare in fondo a te. Come se mi avessi bevuta. Perchè l'hai fatto. Quello che rende la memoria ricordo, è il cuore. E non si sa più dove inizia e finisce la carne. Dove il sangue precipita e stenta a fare ritorno. Al contrario. Come un salmone.
E oggi ho voglia di pensare al mare.
Puoi chiamarmi onda?
ho pochi ricordi, poco cuore, solo improvvise immagini, che mi tolgono il fiato, o me lo rendono
RispondiElimina