Come se non avessi gli occhi.
Scopami forte, come se fossi come le altre.
Sono solo carne intorno ad un pozzo.
E la luna non scorge più la sua sagoma tremolante tra le sue acque.
Scopami come loro, una tra tante, in una folla sconfinata.
Senza anima e senza memoria.
Scopami, come un fiume nella terra.
E poi scorri lontano.
Scopami, senza ieri e domani.
E anche senza adesso.
Ora non esiste.
Non voglio trattenere nulla di te che tu non voglia.
Non sono un dono, ma un frutto infetto.
E ad ogni colpo, sfondami il cuore, cancellami la bocca, le mani.
Frantuma le mie paure.
Scopami, come una di loro.
Scopami e senti solo il mio sangue.
E le risposte mute della tua carne sulla mia, calda e aperta al tuo tocco.
Forse era ieri.
La realtà è una tavola bianca.
Io sono la sposa del vento ed ad ogni soffio le mie crepe diventano polvere.
E la polvere graffia, come il rifiuto, la verità e l'indifferenza.
Ma nel dolore ci si sente vivi.
Scopami.
Sono solo una donna, con la luna nel suo ventre.
Un delizioso incompiuto di solitudine e delirio.
Volevo solo insegnarti a respirare, come faccio io.
Giocando con il mio fiato.
Come se viversi fosse una irresistibile complicazione,
come se il senso di noi, fosse capace di superare
ogni incomprensione.
E ci fosse una verità superiore.
Ma era un delirio, uno dei miei.
E poi, già, era ieri.
La bellezza delle parole colorano di cielo azzurro qualsiasi tetto, anche ad occhi chiusi.
RispondiEliminaI miei complimenti
Maurizio.
La bellezza delle parole colorano di cielo azzurro qualsiasi tetto, anche ad occhi chiusi.
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Maurizio.