La notte flette le sue ali. Come una farfalla cieca. E pazza. Procede a tentativi. E segue. Tra urti. E spigoli. Della coscienza. A caccia di sogni. Da mescolare al tempo. Ed al suo senso. Una rete. Per non precipitare. E plana su istanti. Li tinge. E i voli e il tempo si rivoltano in giorni. E anche i tentativi. Come sfoglia sotto il mattarello. E' tutto da riempire. Ma prima bisogna renderlo sottile. Quasi perfetto. Una pelle al contario. Il battito è dall'altra parte. Oltre il confine. Come un progioniero di guerra. Si è perso. Al fronte. E vaga. Prima o poi tornerà al suo posto. Tutto rende lieve ed impercettibile la muta. E non ti accorgi di aver indossato ancora una nuova pelle. Illudendoti così di non essere nuda. Trasparente come il vetro. Scheggiata ed opaca la superficie. E di essere artefice. Confusa tra la mano che spala aria. Lisciandola come neve vergine. E l'aria spostata dalla mano che rimbalza. E non è confusa. Ma solo rassegnata. Quasi felice. Di una felicità innocente. Dimentica del se e del perchè. Ma le impronte restano sempre.E tocca ricominciare. Anche se sei la stessa. Sempre e ancora la stessa. In attesa del battito. Del suo ritorno. E non servono ami.
Nella grotta del cuore.
Raccolgo briciole.
E le depongo nella scatola della fame.
Nella grotta del cuore.
Raccolgo briciole.
E le depongo nella scatola della fame.
Unta di bisogno.
Le mangerò dopo.
Una per una.
Adesso voglio provare a resistere.
Ancora un pò.
Contraendo il limite.
Fino a sentirlo dimenarsi nell'impossibile.
E io con lui.
Un prestito al gioco dell'assurdo.
Poi tornerò indietro.
Almeno credo.
Pesa come un macigno la voglia di leggerezza.
Le mangerò dopo.
Una per una.
Adesso voglio provare a resistere.
Ancora un pò.
Contraendo il limite.
Fino a sentirlo dimenarsi nell'impossibile.
E io con lui.
Un prestito al gioco dell'assurdo.
Poi tornerò indietro.
Almeno credo.
Pesa come un macigno la voglia di leggerezza.
Ma forse sto mentendo.
A volte capita.