Ti osservo mentre dormi, mentre la luna è un pozzo sull'immenso.
Uno squarcio di infinito.
La bocca di un imbuto che si spinge fino agli inferi.
E se ci infilo la mano non esisto più.
Attraverso strati di inesistenza.
Soffiato il desiderio come fiamma nel camino
e come ciuffi di lavanda selvaggia nell'aria.
Sulle pupille lontane e retroflesse.
Mischiale alle mie.
Ho levigato il mio respiro con la lama più tagliente.
L'ho spezzettato.
E ho tentato di impossessarmi dei suoi segmenti.
Come una furia in delirio.
Ho accarezzato i tuoi confini.
Fatti di aria.
Tu non lo sai.
Con le dita timorose.
Spinte a bucare il vuoto.
Aggrappata al margine della mia coscienza tremula e stremata.
Li ho annusati.
Senza interrompere il percorso.
Segmento dopo segmento.
Ho segnato il territorio con i miei baci.
Come lembi di cielo.
Di una ferita che sanguina.
Vorrei sapere cosa sogni.
La luna è scappata.
E' ancora tardi.
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