Ampolle
Ampolle.
Prigioniera.
Freddo il ferro.
Quasi punge.
Lo sento.
Prigioniera.
Del passato.
Di suoni.
Di sillabe.
Del vuoto.
Ci nuoto.
Tra catene di sibili.
Di soffi e di sospiri.
Di parole inutili.
Di inutili parole.
Anelli di fumo.
Come orbite.
Circumnavigo la tua bocca.
Con la mia lingua.
E aspiro le tue parole.
Le parole sono quello che gli altri vedono di noi.
Sono l'involucro della nostra verità.
Sono il punto in cui ci incontriamo.
E l'essenza si rivolta. Si riavvolge.
Una ampolla in cui si mescolano i pensieri.
Solo a volte la miscela è esplosiva.
Altre si diluisce.
Si stempera.
Evapora.
Quel puntino impalpabile
ma denso
in cui siamo sospesi oltre la carne.
Un suono che svuota e riempie.
Nelle nostre parole
depositiamo una parte di noi.
La esponiamo.
La copriamo.
La graffiamo.
Più o meno artatamente.
Anche il silenzio
è una serie infinita di parole.
Una scia. Lunga e sottile.
Come una linea fatta di tante
linee che si inseguono.
Senza sosta.
E' una goccia
di sangue impenitente.
E crudele.
Cade.
Scivola.
E segna.
Peccaminosi chicci di un melograno maturo.
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