Strani aloni. Assedi della realtà. Quella della mente. La più difficile da far capire. E da strapparsi dalla mente. Una pellicola sottile. Umida come il vetro d'inverno. Dove potevo disegnare i miei girasoli gocciolanti. Aloni e lividi. Ogni volta che ti appoggi. Immoli la tua ingenuità in uno spigolo. E sei un pò di meno. O un pò di più. Neanche lo sai. Malefica opacità. La nebbia dell'anima. Anche le perle lasciano graffi. E ritracciarne il percorso ancora di più. Oggi vorrei una consistenza fragile. Forse un abbraccio. O forse un sogno. Dove sono le tue braccia? La cappa della favola. La mappa del tesoro. Il tetto di un inferno rosso e tiepido. Dove ti scotti la mente. Ma il corpo resta integro. Quello che non sopporto sono le tracce. Le scie di cui mi riempio. Le baratto in giudizi. Approssimati. Per un frammento di redenzione.
C'era una soffitta.
Ed una gatta.
Sola.
In attesa di una magia.
Lei sapeva che annusarsi è un atto di amore.
Strofinarsi il pelo è già riconoscersi.
Lasciarsi contaminare.
Per ritrovarsi.
O ritrovare solo un pezzo.
Quasi un ricordo.E' l'inizio di uno sfiorarsi senza regole.
Nella tela del ragno, io danzo. Attenta a non spezzarla.Tela invisibile e crudele.Donami parole crude. Più crude del sangue che mi sta scorrendo sotto. Non puoi vederlo ma se mi appoggi le mani sul cuore puoi sentirne tutta la forza. Parole capaci di infrangere il velo.Sono una gatta prigioniera in una soffitta. A caccia di calore. E neanche lo conosco il freddo. So che esiste. La paura impicca la conoscenza e dona un caldo asfittico.
E' facile confondere le lettere d'amore da quelle per l'amore.
Sono nidi di parole.
In attesa della musica.
Vorrei amarti come un'aria della Traviata.
Ed essere amata come tozzo di pane caldo.
Essere la provocazione sulla pelle che non resiste.
E la materia fatta diventare la perfezione capace di errare.
Di perdonare.
Di chiedere scusa.
Ecco le parole sono l'inchiostro di questa mente. Sono le unghie di questa gatta.
E poi vorrei smettere di detestare mentre sto ancora amando.
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