E mi rigiro dentro dubbi, molliche e voglia. Non sono santa. E lo sussurro, sparsa e discinta, pentita e riversa sul bordo della strada. Qualcuno mi aveva disegnato le ali. Mi piaceva colorarle. Le coloravo di cielo, solo per renderle invisibili. Vorrei essere abbracciata, fino a perdere il respiro e precipitare. Io ho dentro un demone indaco. Sanguino, senza lacrimare. Non più. E tutto si alterna alla saggezza, ad una saggezza livida. Come un laccio emostatico che ti stringe le coscia. Un solco nella carne. Forse una traccia. O un preludio. Ed è diverso ogni volta quel precipizio. Nessuna voglia di compiacermi. Ho questo sangue che vaga senza direzione. Troppo, come un fiume rosso. Non chiamatelo peccato. E' voglia che qualcuno mi percorra con tutta la lentezza profonda e lieve del desiderio. Senza tempo. Senza fretta nè bramosia. Senza troppo pensiero e senza troppo corpo. Non voglio che qualcuno mi attraversi la mente ma che, all'improvviso, sappia spalancare la porta più segreta del mio pudore. Senza parole. Senza paura e senza chiedere. In un non gioco dove ognuno non smetta di giocare. Non sono un angelo. Io ardo e voglio essere spenta e sfogliata, come un libro senza indice. Voglio qualcuno che mi veda finalmente senza essere guardata e condivida la mia voglia di buio. Dove è difficile toccarsi ma se accade ci si trova e ci si perde, senza remore, nè rancore. La benda morbida di una ragione che gocciola e scivola su un pendio sconosciuto. E riga.
Abbraccia la mia inferfezione e la mia paura e il mio tormento e i mille spilli che sfiorano la mia pelle.
E traboccare e sanguinare.
E finalmente traboccare e sanguinare di me.
E poi pensare di poter brillare poco.
Come una stella.
E di entrare nella mia estasi.
Più morbida della panna.
Sono femmina.
E sorridermi, perchè mi basto.
Catturami dentro un istante e gioca con la mia mente.
Incatena ferocemente la lanterna che mi abita.
Solo un gioco è quello che voglio.
Senza più labirinti.
Io non sono l'anima.
Ma il suo nudo involucro.
Dove tutto rimbomba.
La solitudine è il privilegio degli altruisti.
Negletta agli egoisti.
Sono fatta di foglie.
Mi disegnano sulla terra.
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