mercoledì 21 marzo 2012

Stanotte milioni di asterischi hanno trafitto la notte. La hanno bucata come aghi di pino, pungenti ed odorosi. Pregni di lontananza. Che giorno è? Si sperdono solitari e senza direzione. Solo per lasciare la scia del loro odore misterioso e silenzioso. E poi il silenzio è la forma di seduzione più sottile e pericolosa, perchè spalanca la soglia sottile della curiosità, pregna di promesse inespresse. Ciò che è svelato non seduce più, al massimo rassicura, anche se non sazia. Come un tozzo di fame che riempie un buco, senza ricoprirlo mai. Praticamente non basta. E nel non bastarsi c'è tutta la miseria di una fine sussurrata, strisciata e che come un verme lecca la terra. E io, sotto quella pioggia di frammenti, assistevo inerte al frantumarsi del cielo. C'era la luna e l'ho stretta nel pugno. Fino a sentirla palpitare. Con il suo cuore di luna bastarda, pulsante e disperata, sui polsi. Gocce di sangue a macchiare la mia solitudine. Campo fecondo di impura tentazione. Sterile come un deserto, dove i miraggi evaporano insieme al buio. E resta solo freddo.
Quanto dolore può starci nel cassetto del cuore?
Ma che giorno è?
A volte le lacrime possono sembrare ali liquide ed evanescenti.
Perchè erano ali le mie ciglia sul tuo cuore, mentre tentavano di sfiorarlo,
e lo accarezzavano, senza fermarsi,
ed io non sapevo smettere di guardarti.
Piccoli voli provvisori e precari.
Solo il sole può asciugarli.
Voli interrotti.
E mentre cadevo,
mentre ero persa nella mia caduta libera,
ho sognato che qualcuno sapesse abbracciarmi,
forse per cadere insieme a me.

1 commento:

  1. E abbracciandoti sfumava l'impatto atteso,
    perchè Vertigine colta da abisso profondo
    non poteva cadere... Se non verso l'alto.

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