Margherite che sghignazzano nel mio cielo oggi. Le sento ridere. Di una risata marcia. Perdono petali. E sciorinano polline. E i petali sfrangiati si scuotono nell'aria. Come criniere di gatti che si sentono leoni. Rugiscono con dei "maoooo" senza dignità. Persino Miscio ride a crepapelle. Tra uno sbadiglio e l'altro. Rischiando di guastarsi la messa in piega. E l'aria è tesa. Attraversata da frecce senza direzione. Reduci da una battaglia. Vinte. Da un muro di nuvole. E stupore. E delusione. Strati di gioia e dolore. Non voglio sentirne il tonfo. Ma non sono mie queste mani che mi coprono le orecchie. Sono mani senza padrone. Mi accarezzano il collo. Quasi a volerlo stringere. Come se ogni respiro finisse in un imbuto. E il mondo si è ribaltato. Affondo i piedi nelle nuvole. Un arcobaleno sfacciato le spacca come legna. Giusto un istante. Un colpo netto. Senza sbavature. Prima di essere ingoiato. Come il filo di un rocchetto. Serve a ricucire il cielo. E le ferite. Scorreva sangue. Adesso non più. Non ho più bisogno di spiegare. Non ho capito. E dovevo. Era tutto evidente. Ma ci costringiamo a dare alle cose la forma di un sogno. Non c'erano colori. Li ho immaginati. E continuano a colorarmi il mondo. A leccarne la superficie per scoprirne il gusto. E io non voglio. Non voglio colori. E non voglio parole. Sono le frecce del pentimento imploso. Mi sta tremando dentro. Dopo che mi hanno rubato tutti i brividi di cui ero capace. Sembra che le pupille siano cucite su questo maledetto incubo. E io sogno e risogno. E sogno di svegliarmi. Una vespa mi punge il lobo. No. Non è un morso.Ma solo il mio orecchino spezzato.
Confidavo i miei segreti ad una coccinella.
Ma poi le strappavo le ali.
Ogni volta custodisco dentro il desiderio di potermi mostrare come sono davvero. E mi tolgo i pezzi. Mi smonto. Con la voglia malvagia di fiducia. Di affetto. Perchè il mio è un sogno senza limiti. E senza regole. Mi smonto e rimonto. Ma incastro male i pezzi. E fa un male cane. Anzi un male gatto. Graffia e miagola a volontà.
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