Alcune cose sono così sfacciatamente illogiche. Tutto sembra puro, liscio, lineare, come la traiettoria di una freccia scagliata contro il cielo. E quelle cose maldestramente si intrecciano in finte promesse, in atti di una strana fede e in parole genuflesse. E vorrei non saper e dover spiegare quel senso di confusione, gonfio come un palloncino, che mi lascia sospesa e confusa, oltre le parole, oltre le sensazioni, oltre tutte le emozioni, che credevo avessero un senso. Piccole delusioni che si addensano come grumi, su una ferita più grande, e non sai più medicarti, né lo vuoi, tanto sei e resti solo carne, come i segni che porti addosso. E nulla è come l’istante prima, perché gli altri non sono come li sogni, come li avresti voluti, come se nessuno capisse per davvero quello di cui hai bisogno. E sai che non è giusto e che stai commettendo una violenza, che stai ferendo l’anima altrui, come la peggiore delle egoiste. Ma vorresti anche che nessuno ferisse te. E la bimba che è nel tuo grembo inespressa urta con tutta se stessa contro il disincanto, come contro un vetro, ed ogni ferita lascia un livido, su un livido precedente, alone su alone, su un margine che sta per guarire. E vorresti solo che nessuno si avvicinasse più alla tua pelle. Proprio in quell’istante dopo, mentre il tuo desiderio è un palloncino esploso e tu un frammento dissolto in una galassia lontana. Non sei una stella e non lo sarai mai. E non bastano tutte le parole, tutti i tuoi brividi, tutto quello che ti ha accarezzato l’anima, tutto scompare e resti solo tu, e il tuo sogno infranto, come se una virgola di troppo ti avesse lasciata inciampare in una storia sbagliata. In un bosco sconosciuto. Perché sai che in quella curiosità morbosa c’è il germe di tutto il dolore ancora a venire, quando capirai improvvisamente che le tue sensazioni non ti hanno mai tradito. Ma che sei tu che ti rinneghi ogni volta che uccidi i tuoi sogni. E se qualcuno non capisce che in quelle sbavature c’è il senso del tutto, devi voltarti, puoi solo scappare.. Lo devi a te stessa. Succede l’attimo dopo.
La fiducia si frantuma, come il cuore della bimba contro quel vetro.
E tu sei intrappolata in quell’urto.
Imbottita di paure.
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