Ed una notte, non so più quando, ho inseguito le mie orme sulla spiaggia. Ad ogni impronta la sabbia si illuminava. Come se fossi magica. E non smettevo di rincorrere le onde. Un poco nuvola ed un poco donna. Senza una forma, facendo l’amore con il vento, lasciandogli accarezzare la mia intimità, quella più sfacciata e recondita. E nel buio io ti ho trovato, oltre la sagoma di quei passi. Senza preoccuparmi più del colore del cielo. Lo scoprivo sulla tua pelle, come una mappa color indaco. Una nuvola impudica, che ti si infila nelle testa e soffia il suo odore. Senza ritegno. A piedi nudi sul mondo. Una nuvola femmina che si apre dentro il cielo, in atteso della pioggia, con la voglia di penetrare la terra. Carte sparse ed un usignolo dentro l’anima. Quello che vorrei dire è che in alcuni istanti, tutto diventa lievissimo e ho solo voglia di riderti nelle orecchie.
Ed ogni risatina è l’eco dei miei baci.
Un sassolino che rotola e rotola.
E poi un chicco di grano, nella terra.
Non ti muovere.
Cibarti – cibarmi…come un delirio.
E il mare che ci ingoia e i nostri nomi astratti ardono.
Come non amare le nuvole?
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