Le cose succedono e già non sono più. Come il battito di ali di una farfalla, io ho paura di ogni piccola variazione. Aggancio il fiato ad un tempo apparente, e conto, conto sempre, sembra quasi una preghiera a qualche strana divinità dei numeri, che si è incastrata in qualche paura e qualche tormento stinto nella mia memoria. Forse sui banchi della mia classe, quando non mi importava di scrivere dove capitava. Allora devo aver imparato che la forma svilisce sempre inderogabilmente la sostanza. Ci guardiamo, ci guardano, guardiamo, in questa vita fatta di sguardi nostri ed altrui, occhi presenti ed assenti, e segni sedimentati in fondo al cuore, più che graffi, carezze mancate. Oggi sono una cosa, la più indecente ed oscena che si possa pensare. Esiste un moralismo che permea la voglia di mostrarsi trasgressivi, da far tremare l’angolo della bocca. Per quello arcuo la bocca a forma di cuore. Io sono quel tormento rosso che si mescola alle vene, mie ed a quelle di passaggio, respirando in un amplesso rapito al corso degli eventi. Torbida, mi adagio e aspetto la riga del primo sole, perché mi sono sempre sentita a mio agio nell’ombra. Vestita solo della verità, quella che ti lasciavo scorrere tra i miei umori e le mie lacrime. Non la ricordi vero? E la saliva dei miei baci? A volte il mondo si ferma in quei momenti in cui ripenso alle tue mani sui miei polsi. Se ci pensi la vera indecenza è nel disordine tra mente, anima e corpo, davanti ad una finestra sconosciuta, quasi come questa. Ostento il timore delle cose che poi avvengono e non mi stupisco mentre lego le lacrime alle ciglia, perché le ho sentite, mordendo e baciando il vento. Ma era prima che succedessero, come una prefica in delirio. Così accadono le magie, e succedono le cose, a chi è, e sa essere, folle, appena appena, oltre la riga, capace di vagare senza paura. Come il rimmel che colava dai miei occhi insieme ai tuoi baci, alle mie ciglia sul tuo collo, al mio respiro sulla tua pelle. Là ho nascosto i miei segreti. Adesso, mi sono ricordata, come per incanto, del mio diritto di fregarmene, e di uscire dalle regole. E anche questo è un poco magico, forse un poco di più. Lo sai? Mi fa stare bene, poco poco.
Sai cosa vorrei adesso? uno stupore lieve ma tagliente, come una lama che squarcia le nuvole, e ti fa credere che un rettangolo di cielo sia solo e solo tuo. Ed è come per sempre.
Il resto è altrove, oggi prendo la vita come capita e ci inciampo con i miei tacchi incerti ma sfacciati, comunque e sempre.
Dimenticavo…ho cancellato tutti miei nomi,
così potrai ricordarne di nuovi.
Mi piacerebbe restare così, senza nome.
Per Sara è diverso, solo chi mi ha conosciuto per davvero sa cosa sia per me, Sara.
Non smetterò mai ti baciarle i sogni smangiati dalla luna, e di curarle i graffi di un vecchio lupo.
Lei adora le mie storie e io le sue.
E resta tra le mie braccia, cuore a cuore, quando serve, e anche di più.
Perché di notte trema e la sua paura è anche la mia.
Ed anche i suoi sogni.
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