martedì 3 marzo 2009

Sensuale e incontenibile è un'alba in pieno inverno. Filtra la notte. La buca. Quasi la squarcia. In un giorno nuovo. E lo spalanca. Come un balcone nel vento. Carezza e schiaffo. Di palpebre e luce. E le ombre si rincorrono. Si strofinano. E lasciano un segno. Invisibile. Come occhi crudeli. Su lenzuola e sogni. Sgualciti. Percepisci. E subisci. Irresistibile. Una collana di rugiada e foglie schiuse. L'odore del giorno sa di luce incerta. A ricamare ombre con i suoi fianchi pieni. Ed è mattino. Il sapore della luce e del freddo brilla ed incanta. Sì. E' un giorno nuovo. Quasi pulito. E sa di giornali. Con i fogli lisci ed intonsi. Di polvere e di strada. E di me stessa. Di false promesse. Ingoio sogni come se fossero pillole. E sembrano dolci.
Il mondo si ribalta. E non cambia molto. Ma non abbiamo il coraggio di ammetterlo.
Uccidiamo giorni.
Con una sola voglia.
Vivere.
Ancora.
E oltre.

Sotto la mia pelle. Lo sento percorrermi. Un ragno rosso. Non riesco a fermarlo. Fende la nebbia. Come sotto un cielo grigio. Il sole comunque c'è. Ma lui mi graffia il cuore.
Se gli raccontassi una storia forse lo convincerei. Ad addormentarsi. E io con lui.
E ad uscire da dentro di me.
La racconto a me la storia.
E' sempre la stessa.
E lui è ancora nel mio corpo.
Ma non fa male.
E' più facile abituarsi al dolore che alla gioia.
La gioia è un intervallo che fa paura.
Tra respiri spuri e spersi.
E fitti.
E io respiro tutta la vita che posso.
Come mai prima.

1 commento:

  1. come diceva qualcuno, la felicità si consuma e nessuno se ne accorge: vorrà dire quegli intervalli, anche se brevi, bisogna viverli e riuscire a coglierli.

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