giovedì 4 agosto 2016

Così all'improvviso, ti ho sentito, povero mio desiderio, e come una fontana, ho sentito su di me, la spinta, il tuffo e l'urto. Maledetta solitudine rende così deboli, senza neanche saper essere fragili. Parlare ancora di me, mi fa sentire la eco lontana della donna che ho spezzato, come un'ostia su un altare sconosciuto. E questa assenza pulsa, morde, leviga, ed a tratti abusa della mia voce e si dilata in morbida nostalgia, da segni e bisogni. E se respiro sento dolore perché il fiato sembra pregno di memoria. Più della mente e del cuore.
Erano  guerra di sensi.
Erano pioggia senza acqua.
Carne senza cuore.
E precipitavo senza sangue.

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