giovedì 13 ottobre 2016

Unconventional moods

Non ho colori che non siano un segreto. Credo nella sorprendente bellezza di un diverso modo di comunicare. Unconventional moods. Capaci di stupire. Sangue nelle vene. Il rosso di Sara è una fragola strisciata sulla pelle. Ognuno cerca una emozione, forse sensazioni nuove. E la innocenza segna il margine tra la bellezza e l’abitudine. Al limite sensibile tra anima e carne. I sensi mediano ed amplificano. Ma nulla è scontato, e niente ha delle regole. La libertà è nel respirare il mondo e sé stessi, e poi pensare, lasciare libero e fluido il sentire esattamente come se si stesse respirando.  A volte il vuoto si impadronisce di noi, e forse è bello solo lasciarlo fluire. Lentamente. Perché nel tentare furiosamente di liberarsene si incamera altra acqua nella stiva, fino alla deriva. Poco equilibrio vuol dire anche poca follia. Il rosso di P. vuole dire una lama nella carne. Ed un pensiero come sigillo. A coprire i suoi segni. E poi passi, tanti, confusi, distratti, e luoghi, nuovi o gli stessi, con occhi diversi. Strisciare il mondo. Il rosso di Emma sono le sue scarpe. La sua calza smagliata e la voglia di sbagliare ancora. Per sentirsi viva. E poi c’è Noa. Le porte della notte spalancate sui suoi segreti. Ed piacere nella mente prima che nella carne. Molto, molto prima. Il rosso è nel suo bacio, nella sua voce che ti cola nelle orecchie, e nelle sue dita nella tua bocca. A rubarti il fiato.
Infinite vie.
Infiniti tratti.
E una molteplicità di donne.
Fino all’essenza

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