martedì 12 febbraio 2019


Giorni confusi, di vento e di pioggia, da non sapere più quale possa essere il difficile confine tra un compromesso e l’equilibrio. L’aria pulita, quasi crudele, screziata da una coltre di nuvole, si staglia sul mare, come se fosse il coperchio di mille segreti e di una vita inversa. Un mondo al contrario, dove non sai distinguere l’entrata e l’uscita. E le due estremità senza mai ricongiungersi si toccano. Ed è difficile tra tutto questo grigio riuscire a tenere un morso di luce. Accade. E stupisce. Tra un cambiamento e quello successivo. Un passo da elefante. Cinque da leoni. E una marea di passi da formichina. Notti insonni che si infilano tra brividi e le parole di un libro nuovo. L’odore della carta rassicura sempre, mentre la pioggia non smette di urtare contro i vetri. E guardo il mare che non si spegne mai. Ed è bellissimo sapere che qualcuno spingerà ancora le onde, contro la sabbia. Una volta di un tempo lontano, è davvero successo, la spiaggia si illuminava ad ogni passo, ed il buio sorrideva. Tra assenze e respiri, qualche sorriso sincero ho una voglia pazzesca di infilare le mani nel mare.

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