Non so dosare l'entusiasmo.
Perchè poi la verità è sempre nei pressi nella
menzogna. Incastro i pensieri ai tasti. E mai come adesso sono stata me stessa,
un'ombra di carne che non vuole lasciare alcuna traccia. Mi piace pensare
di essere proprio quella traccia. Una me stessa confusa, mescolata, allo stato
gassoso. Una me stessa che non si perde. E si lascia le molliche lungo il
percorso, una scia irregolare ed imprecisa di briciole. Una donna che ad ogni
strattone si prende per mano e si raggiunge.
Sto ascoltando in maniera leggera il silenzio.
E ho voglia di riavvolgermi la vita intorno ai polsi.
Come una sciarpa di seta rossa.
E questa solitudine mi rassicura enormemente.
Un tempo mi piaceva persino essere guardata.
Osservata.
Pensavo che l'osservazione fosse un ascolto più
intenso.
La cornice della comprensione.
Adesso alito contro il vetro, per nascondermi.
Come prostituire la mia mente.
Con pensieri, parole, opere ed omissioni.
Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
Ops, devo aver intersecato i pensieri della mia devota
vicina di banco.
Almeno credo.
O è la fodera della mia mente che a volte resta
incastrata nella zip.
Incautamente.
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