lunedì 10 ottobre 2016

inversi destini

E sempre più spesso elencava ciò che la feriva, ciò che le cagionava dolore, ciò che le sembrava insopportabile, finché non inciampò in un pensiero, forse in un sospiro e prese a pensare, come chi ritrova l'ago nel pagliaio e non vede l'ora di pungersi; così prese a pensare ed a ripensare alla sua scarsa attitudine a pensare al bene, a ciò che di buono le stava intorno e le dava gioia, anche se per poco, come succedeva, alle anime assetate di amore, come la sua. Si cresce intorno ad un vuoto, ad una fame, che smangia il resto, che diluisce i bordi del mondo, che slega i confini del mare, che pizzica il cielo, e niente sazia, e niente nutre. Una nuvola sospesa, destinata ad essere infelice. Non sa
amare, né è mai stata mai amata, perché la voglia di amore rende immensamente egoisti e ciechi. E forse ci sono dolori che sono capaci di distruggere la benda che con dovizia e dedizione qualcuno ha calcato sugli occhi, stringendo un nodo stretto stretto; come se fosse una porta e dietro ci fosse un bosco sconfinato e sconosciuto, dove poter respirare. Ecco lei aveva di bello la forza del suo respiro, la forza del suo pensiero, la forza dei suoi battiti, e quello del suo desiderio e del suo sangue. E ci guardò, e oltre la benda seppe e ritrovò i suoi occhi. Li avevo dimenticati. Guardarsi dentro a volta è annegare. E perdersi. E ci si trova solo con le ciglia nel vento, un vento sincero e puro. Finalmente.
La solitudine è la forma di una via obbligata, di un percorso doveroso, a volte. A volte come questa.

3 commenti:

  1. ritorno dopo tanto tempo a leggere
    e ritrovo quasi in versi gli stessi destini
    ma con il privilegio di sapersi perdere guardandosi dentro...in un mondo in cui ci si ferma alla pelle..

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  2. che incanto fanciulla

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  3. che bello che tu sia passata ed io sia riuscita a seguire le tue tracce....sempre bello sapere che ci sei...:)

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