martedì 11 ottobre 2016

Nel rendermi incomprensibile, ho perso la scia. Il rigo sembra troppo piccolo quando si ha voglia di parlare. Si scrive per solitudine? Per gioia? Per dolore? Si scrive per trovare uno specchio, degli occhi che ti leggono, per lasciare una traccia. Mi guardo mentre infilo le dita nell'acqua. A caccia di ignoto morbido. Non è come nel vento. Il vento salvifica e leviga, il vento cancella e graffia. L'acqua invece è una carezza che circonda, abbraccia, copre. In fondo, il mare è la coperta dell'indefinito ed imperscrutabile.
Tre gocce di disillusione e due sorsi di illusione.
Stanotte dormirò vestita solo di quelli e prometto che non sentirò freddo.
Ho una goccia di futuro, rosso e sottile, che mi riscalda.

1 commento:

  1. Se riesci a trasformare il mare in infinito.. sei tre metri sopra il cielo e tu lo sei.
    M.

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