Luna annegata nel cielo.
Luna soffocata e persa.
Il cielo l’ha inghiottita.
E nascosta.
Mi vesto da spigolo.
Mi piego per sentire.
E raccogliere vento.
Come una coppa.
Io rubo tempo al tempo.
E me lo infilo nelle vene.
E di passato cospargo gli angoli della bocca.
Umetto il suo contorno.
Fino a chiamarlo desiderio.
Prima di rinnegarlo.
Amputando le mie labbra.
Luna che pulsa.
Altrove.
Il cielo l’ha sputata.
La notte è un sipario.
E il giorno è il sipario della notte.
Tenda su tenda.
In attesa dello spettacolo.
Nulla copre più della luce.
Gioco con un raggio di sole.
Copre ogni tristezza.
Ci spalma sopra un velo.
E scorre sulle mie cicatrici.
Oltre ogni probabile possibilità.
Ma non cancella.
E diventai femmina.
E mi bagnai di innocenza.
Intrecciai lacrime alla terra.
Come rami e radici.
Quanta poca dignità c’è nella tristezza.
E nel suo urlo.
Come se vivere fosse un dovere.
E la vita non fosse un delirio continuo di sangue e carne.
Non smesso di trattenere.
E indegnamente scorro.
Come una diga.
Luna soffocata e persa.
Il cielo l’ha inghiottita.
E nascosta.
Mi vesto da spigolo.
Mi piego per sentire.
E raccogliere vento.
Come una coppa.
Io rubo tempo al tempo.
E me lo infilo nelle vene.
E di passato cospargo gli angoli della bocca.
Umetto il suo contorno.
Fino a chiamarlo desiderio.
Prima di rinnegarlo.
Amputando le mie labbra.
Luna che pulsa.
Altrove.
Il cielo l’ha sputata.
La notte è un sipario.
E il giorno è il sipario della notte.
Tenda su tenda.
In attesa dello spettacolo.
Nulla copre più della luce.
Gioco con un raggio di sole.
Copre ogni tristezza.
Ci spalma sopra un velo.
E scorre sulle mie cicatrici.
Oltre ogni probabile possibilità.
Ma non cancella.
E diventai femmina.
E mi bagnai di innocenza.
Intrecciai lacrime alla terra.
Come rami e radici.
Quanta poca dignità c’è nella tristezza.
E nel suo urlo.
Come se vivere fosse un dovere.
E la vita non fosse un delirio continuo di sangue e carne.
Non smesso di trattenere.
E indegnamente scorro.
Come una diga.
Conto i miei passi sull’asfalto. E i miei tacchi bucano pozze di luce. Infilzano nuvole. Mi fanno compagnia rumori e stelle. Forse sono parole. L’aria è crudele. Striscia sulla pelle ricordi. E la luna è una immensa tasca. Ma sorride. Se avessi la possibilità cambierei pelle. Con corteccia. O forse con petali silenti. Lisci e bugiardi. Sola. Sola come la notte che si stinge nel giorno. E mi resta ancora tra le dita. Sola come il giorno che si tuffa nella notte. L’aria assedia le caviglie. E restare in equilibrio è più difficile. Sei prigioniera dell’istante. Era maggio. E già non c’era più. Era maggio. E poi tornò. L’amore. Odore di bucato sul collo. E baci morbidi. Fatti di lingue timide. Tornò. E io non c’ero. Mi illudevo. E costruivo castelli sulla riva. Inespugnabili. Ma sempre troppo vicini. L’onda arrivava. Sempre. E la sua schiuma trasformava tutto. In una grande pozza. Non voglio più spiegare le cose. A chi le conosce. Saremmo in due a perder tempo. E questo è un mio privilegio. Non lo baratterei con nulla al mondo. Neanche con l’anima. Se la avessi.
Oggi c’è un foro al centro dei miei pensieri.
Tutto si insinua e scorre.
E non trattengo.
Preferisco astenermi.
Non mi era mai resa conto di quanta carne c’è nei pensieri.
Oggi c’è un foro al centro dei miei pensieri.
Tutto si insinua e scorre.
E non trattengo.
Preferisco astenermi.
Non mi era mai resa conto di quanta carne c’è nei pensieri.
Più che altrove.
Se questo non è sognare..dimmi cosa è?
RispondiEliminaM.