Amore, perdonami
Se adesso aprissi le mie mani, sarebbero davvero vuote e stanche.
Striate dall'aria. Scavate da parole. Come rigagnoli di linfa impudica.
Evaporata al sole. Quando la luce del giorno filtra
tra le palpebre e mi solletica la coscienza. E la cavalca.
Come piume variopinte. La accarezza fino a rubare ogni respiro.
Il segreto è una apnea dalla verità.
Segreto.
Sta vibrando.
Qui.
Nelle mie viscere.
Un nodo nero.
Slegato e riavvolto.
Accarezzato e stritolato.
Dalle stesse identiche mani.
Come radici di anima.
E sentivo la tua bramosia che si cospargeva sulle carni.
Inseguivo le tue mani che vagavano nel contorno delle mie paure.
Ricamavano ragnatele. Risucchiata la bimba. E risputata nell'aria.
Non pianse. Spinta e respinta. Fino a farla vagare come un palloncino.
Vagò. Vagava. E vaga. Graffiarono la donna.
Dita di desiderio che all'improvviso divennero artigli.
Era amore.
Lo specchio d'acqua sull'abisso.
La cosa più naturale e pura.
L'acqua che tutti vogliamo bere.
Ma sui miei occhi c'era la benda del peccato annodata stretta.
Abili mani cesellavano i pensieri. Li modellavano. Come creta del vasaio.
E le forme erano altre. Perchè persi il controllo della mia creta.
E non c'eri più. Non era importante quello.
Eri andato e non eri mio. Mai stato.
Esploravo il mondo senza usare le cinque dita.
Con il palmo pronto a fare da coppa.
Ma ancorato al filo di quel palloncino.
Strattonato nel vento e ondeggiante.
Cosa è cambiato? Non oso pensarci.
Chi è prigioniero, l’anima o il corpo? Chi?
"...Amore perdonami: sono brutale
e vorrei ungerti d’olio,
ti perseguito e vorrei
che davanti a te io fossi un tappeto,
ti amo e mi recludo nel mio silenzio,
ma ho paura, paura di me stessa,
di questi gigli orrendi di fame e di fango
che crescono nella mia mente..."
A me succede che allontanandomi dalle cose io le veda.
Finalmente.
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