Schegge di petali
Vago e mi perdo. Scompongo attimi. Sento mille gocce di pioggia asciutta. E aghi nella carne. Luridi aghi. Pioggia di petali. Sminuzzati. Invadono l'etere. Fruscii. Di fiori di fango. Senza stelo. Con molteplici corolle. E scie impazzite di chicchi di riso. Senza odore. Pensieri nomadi e sconnessi. Si avvicendano in una casa senza stanze. Nè tetto. Percepisco il vento. Avvolge come alito di vita. Cinge i fianchi e deride il ciliegio. Ma la vita è lontana. Contratti i respiri. Intrecciati come canestri a rivoli di saliva. Come linfa rubata a fiori mai nati. Hai lasciato haiku agli angoli della mia bocca. Incastrati in sospiri e sorrisi. Di miele. Inesplorati. I miei sensi sanno secernere parole. Orgasmi della mente. A volte. Ma altre no. Le parole soggiogano i virgulti di emozioni. Lenti e sottomessi.
Nuoto nell'aria.
Mi graffia la pelle.
Ruvido è il pensiero.
Sono miserabile goccia destinata a raschiare tanti strati d'aria prima schiantarsi nella terra. Scura e brulla. Avida di nuova pioggia. Reticente. A mischiarsi di prato. Ho quasi paura del sole. Quando la luce tornerà io cesserò di essere. Mi assenterò dalla vita. Mi nasconderò tra l'erba come culla e mi nutrirò ancora di nuova ombra e delle sue melodie. Perchè non ho altro che petali. Quasi mai bianchi. E corridori lunghi e vuoti. Sommessamente bui. Nel mio futuro.
Conosco alcune parole. Alcune sono nella mente e non so come ci siano arrivate.
Ma non so se sia più facile pronunciare la parola inizio o la parola fine.
...
"Corpo, ludibrio grigio
con le tue scarlatte voglie,
fino a quando mi imprigionerai?
anima circonflessa,
circonfusa e incapace,
anima circoncisa,
che fai distesa nel corpo?"
....
Ma non so se sia più facile pronunciare la parola inizio o la parola fine.
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