giovedì 5 febbraio 2009

Si nascose in un battito. E il mondo le tremava intorno. E lei con lui. Pulsava. Pulsava di tempo avido. E lei anche. Di suo. E di altro. E di tuttoil resto.
Come le sue vene fossero radici fameliche. E dentro di lei scorresse linfa. E voglia di sole liquido. Avrebbe voluto assaggiare il suo sangue. Un minuscolo taglio. Forse così avrebbe capito di che sostanza fosse. E cosa fosse lei.
Avvolse l'assenza e ne fece gomitoli. Era sfacciata assenza da sè. E la guardò negli occhi. Spiragli di cielo. E di assoluto vuoto. Intrecciato a stelle pazze. E furenti. Futuro. E vento. E quei fili li fece girare stretti intorno al cuore. Che poi era la mente. Amiamo con la mente. E lei pizzica il cuore. Costringendolo a contrarsi.
Quando aprì gli occhi la notte era andata via. E la luce giocava con le sue ciglia. Pungeva la sua iride. E non era più nella tana del buio. Avrebbe voluto sorridere. Ma non lo fece. Almeno fuori. Sorrise dentro.
E nel buio i miei fianchi spostavano aria.
Danzavano per te.
E il tuo silenzio mi spiava.
Me e l'aria.
Mentre io vedevo.
Ed era tutto chiarissimo.
Ma non mi voltavo.
Lasciavo che i tuoi occhi mi scorticassero la pelle.
E mi tenevo l'anima tra le mani.
L'avrei lasciata andare.
Quando volevo io.
E io tempo era ancora avvolto in un gomitolo.
Sbagliato.

6 commenti: