domenica 12 febbraio 2012

E mi ritrovo con i miei impulsi e fremiti e la mia voglia di silenzio, frammista ad una esigenza di chiarezza. Intermittente come una fitta nel fianco. Come il battito nei polsi. O forse una stella. E poi mescolata a foglie di te verde. Non manca la guerra delle fragole. Come l'odore dell'estate tra le dita. Quanta dolcezza ha il senso del perdono. Del non spiegato, ripiegato nelle pieghe della voglia di essenziale. L'odore più sottile di una pagina che taglia l'aria e si adagia sull'altra, e le lettere che lentamente coprono altre lettere. E si addossano. Senza cancellare. Resta un rapidissimo fruscio. E cose non dette. Nessuno sa che dirsi mai. Io quasi colo. E non rispondo. A volte chiedo ma senza furia. L'acqua ha coperto e si è mischiata. Galleggia indefinito il mio pianto. Quasi a non volersi confondere con il mare. E a non affondarvi dentro e contro. Non mi pongo più l'arcano quesito di cosa abbia trasformato cosa, di cosa abbia smesso di essere e si sia lasciato andare ed inevitabilmente mutare. Il dolore è così tanto disordinato. Prendo tutto con riscoperta e forse innata indifferenza. In genere mi emoziono di fronte a ciò che è indefinito. E se penso all'infinito, all'immenso, ne gioisco e mi perdo in tutto quello che non riuscirò a fare e che mi spinge. Ai libri a cui non arriverò. E a tutte le opere d'arte che non vedrò. Ai luoghi inesplorati. A storie sconosciute e lontane. Mi accade che grandi spazi e luci sfavillanti mi stupiscano; ma parlo di quello stupore che è meraviglia improvvisa, che pulsa, che ti fa battere davvero il cuore, e ti annega in quella bellezza che non riesci a raggiungere ma che non smetti mai di inseguire.
Quella bellezza pura ed irresistibile.
Anche se in genere ciò che mi incuriosisce e mi ammalia, come la luna nel pozzo, davvero sono le cose minuscole, quasi invisibili ed intuibili. Mi piace spaziare nell'informe perchè mi sembra di diventare parte di un'acqua pulita e sconfinata.
Come una fogliolina che si sfalda nel calore o come l'acqua che l'accoglie.

Mi piace pensare che la bellezza sia di tutti e che ci appartenga senza distinzioni.
Inaspettata e sconosciuta ci sorprende sempre.
Nonostante tutto.
E io so che nel nascondersi c'era solo il rischio di perdersi.

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