lunedì 28 settembre 2015

Sliding doors. Forse questione di attimi. Le cose si incastrano diversamente. Un futuro da disegnare. Siamo davvero muniti di tanta scarsa consapevolezza? Io ho paura a chiamare le cose con il loro nome. Chi lo ha deciso poi il nome di una cosa? Come se il rigurgito di una convenzione dovesse ricoprire il mondo di una patina. E la gente non sa più guardarsi negli occhi. E la gentilezza fosse sintomo di debolezza. E chi decide poi cosa sia davvero la forza? Le cose esistono, nonostante noi. E io sono in questa stanza, nonostante i miei pensieri. La forza dei sogni è una bella fregatura. Ti spinge a varcare orizzonti sconosciuti. Hai mai visto il vuoto che resta dopo un fuoco d'artificio?
Adesso però ho bisogno dell'odore del pane caldo.
E di un abbraccio sincero.
Delle mani di mia madre.
 Nel perdere un pezzo di me, io non smetto di avvicinarmi alla mia essenza.
Incauta, barbara, brutale, ogni sensazione, è uno strato che mi avvicina pericolosamente
alla mia mente.
E resto immobile.
Perchè nel gioco delle aspettative e delle conferme la stadera si ribalta.
Poi all'improvviso, la mia nipotina mi ha indicato con le sue dita bellissime il cielo, mentre salutava le stelline.
Avrei voluto ritrovare in un posto segreto tutte le mie parole. E anche le tue. Ma non è successo.
Ogni volta che hai fatto l'amore con me lo hai fatto con tutti i miei sogni ed i miei incubi.
Praticamente un'orgia.

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