giovedì 4 giugno 2009

Scissi ho la mente ed il pensiero.
Ed il pensiero si fece luce.
Indistinta e triste.
Incesto.
Del giorno e della notte.
Nessuna forza nella ostentazione della forza.
Un laccio ai polsi e alle caviglie.
E striscio nel buio.
Fino alla ciotola.
Berrei tutta la luce del mondo.
Se potessi.
Ma la coppa è vuota.
Il riflesso non ci restituisce l'immagine.
Ruba all'anima la sua parvenza.
Nessuna immagine sa catturare il riflesso.
Solo la mente può.
Prima di esplodere in pensieri e sangue.
Nella corrente si smangia la sagoma.
E quel che resta è poco.
Davvero poco.
Ma vero.
Fili di acqua.
E il tempo e le sue magie.
Insane e crude.
Nessuna voglia.
Nessuna domanda.
Nessuna risposta.
Nessun riflesso.
Nessuna immagine.
Nessuna forma.
Nessun sogno.
Nessun bacio.
Nessuno schiaffo.
Nessun dolore.
Nessun movimento.
Fino a nessuna negazione.
Una goccia urta la superficie.
Sembra poco.
Invece è niente.
E di niente mi nutro.
Immobile contemplo il tempo.
E lo stacco da me.
E nel distacco mi infilo.
La lama disegna il tormento.
Mi sembra di sentirla sulla pelle.
Al confine con l'anima.
Sul suo bordo.
Ed il tormento liscia la lama.
La bagna e scorre.
Vuole staccare un pezzetto d'anima.
Come promemoria.
Lascio fare.
Soffrire è un modo per lasciare un segno.
Appena sfumato.
E non dimenticarsi.

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