lunedì 1 giugno 2009

Srotolai il tappeto della confidenza. Era tiepido. In un angolo prestato dalla notte al giorno. E mi sentii fragile. Avevo freddo. E volevo riscaldarmi le ossa. Mi voltavo e rivoltavo. Sul prato della intimità. Un giaciglio segreto. Una trama di luce e ombra. Ogni donna lo è. Senza saperlo. E calpestavo fiori. Giocavo con il limite. Ma lo avevo valicato. O forse solo immaginato. Lo avevo cosparso e me lo sentivo colare. Ovunque. Il limite non esiste. Siamo noi che possiamo essere. Nel modo migliore possibile. E a volte esistere. E non c'è punto che segni la distanza. Possiamo protenderci. Spingerci nel vuoto. Infilzare attimi. Non c'è nulla di più triste di rovinare le ali ad una farfalla. Analizzarle. Esaminarle. Trovarne i difetti. E i pensieri sono farfalle. Perchè noi non sogniamo. Giochiamo a rovistare tra le ali di farfalle. E poi pensiamo.
Con la sola consapevolezza del pensato e non del pensare.
A volte di notte ti penso.
Ma non sei un pensiero.
E lo ricordo solo la mattina al risveglio.
Ti ritrovo.
E ti ripiego.
In un angolo della mia coscienza.
Siamo destinati a percepirci sempre un istante dopo.

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