lunedì 26 ottobre 2009

La voce della pioggia. Si insinua nei buchi scavati dalla malinconia. Quando l'anima assedia la carne. Fino alla resa più vigliacca. Gorgoglia nella pancia. E sbatte le vene. Le intreccia per scriverci una parola. Sei in una goccia. E in mille. E non è attesa. Ma voglia che finisca. Desiderio che tutto lavi tutto. Quasi a strappare la corda al cielo. E far scendere un velo asciutto. Una gonna immensa che tutto copra e restituisca al mondo. Lucido e asciutto. La voce della pioggia mastica fango e te lo spinge sotto pelle. E abbracci mille e una volta. Goccia per goccia. Tutto quello che trovi. Ti sembra di non farti toccare. E di asciugarti l'anima. Prima dell'innondazione.
Se chiudo gli occhi sento il suo odore sconosciuto e lontano.
Come se quella voce lo avesse sparso sul mio petto.
Quasi un assedio del cuore.
Del pezzetto che resta asciutto.
E non è terra.
E' cielo.
La voce della pioggia riempie di voce le cose.
Anche quelle dimenticate.
Basta riaprire gli occhi.
E buttare l'ombrello.

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