Distante. E osservo il mondo. E la distanza incalza il respiro. E il respiro segna la distanza. E precede il pensiero. osservo e percorro. Con gli occhi chiusi. Lo guardo dentro di me. E gli dò la mia forma. E' per questo che sprofondo in sogni e deliri. E tormento il mio cuore. Per dargli la forma giusta.
Ho perso tutto.
Anche il mio respiro.
E lo ricostruisco.
Questa volta non per tenerlo stretto.
Ma per lasciarlo volare il più lontano possibile.
E forse per possederlo realmente.
Ostento sempre una forza che non ho.
E una fragilità che ne è lo specchietto.
E le tante me che mi percuotono si ribaltano le une sulle altre.
Distante.
Ho smesso di osservare il mondo.
E ho iniziato a toccarlo.
Ero incompleta.
Mi mancava questo pezzo di dolore.
E quando lo avrò tenuto dentro senza dimenarmi sino a farlo arrivare ovunque,
avrò vinto senza aver combattuto.
E il mio respiro sarà tornato al posto giusto.
Nel sole.
"Ero incompleta.
RispondiEliminaMi mancava questo pezzo di dolore.
E quando lo avrò tenuto dentro senza dimenarmi sino a farlo arrivare ovunque,
avrò vinto senza aver combattuto."
Le faccio mie. Grazie per averle scritte! :)
tutti continuano a dirmi quanto sia forte.. solo io e le mie tante me sappiamo di non esserlo.. dimenarsi è controproducente.. eppure più spesso del previsto ogni immobilità si rivela per quel che è.. apparenza.. il sole c'è.. a volte lo immagino aggrapparsi a tutte quelle nubi per non voler ferire.. ma il respiro sa.. e non ha bisogno di bussola alcuna.. un sorriso.. milena
RispondiEliminaLa prima parte è stupenda, la seconda l'affina con l'introspezione e si sgrana in sensazioni che percepisco tu non riesca ad afferrare completamente, ma l'apertura finale ne fa uno spiraglio positivo.
RispondiEliminaBacio
Giulia