mercoledì 28 ottobre 2009

Distante. E osservo il mondo. E la distanza incalza il respiro. E il respiro segna la distanza. E precede il pensiero. osservo e percorro. Con gli occhi chiusi. Lo guardo dentro di me. E gli dò la mia forma. E' per questo che sprofondo in sogni e deliri. E tormento il mio cuore. Per dargli la forma giusta.

Ho perso tutto.

Anche il mio respiro.

E lo ricostruisco.

Questa volta non per tenerlo stretto.

Ma per lasciarlo volare il più lontano possibile.

E forse per possederlo realmente.

Ostento sempre una forza che non ho.

E una fragilità che ne è lo specchietto.

E le tante me che mi percuotono si ribaltano le une sulle altre.

Distante.

Ho smesso di osservare il mondo.

E ho iniziato a toccarlo.

Ero incompleta.

Mi mancava questo pezzo di dolore.

E quando lo avrò tenuto dentro senza dimenarmi sino a farlo arrivare ovunque,

avrò vinto senza aver combattuto.

E il mio respiro sarà tornato al posto giusto.

Nel sole.

3 commenti:

  1. "Ero incompleta.
    Mi mancava questo pezzo di dolore.
    E quando lo avrò tenuto dentro senza dimenarmi sino a farlo arrivare ovunque,
    avrò vinto senza aver combattuto."

    Le faccio mie. Grazie per averle scritte! :)

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  2. tutti continuano a dirmi quanto sia forte.. solo io e le mie tante me sappiamo di non esserlo.. dimenarsi è controproducente.. eppure più spesso del previsto ogni immobilità si rivela per quel che è.. apparenza.. il sole c'è.. a volte lo immagino aggrapparsi a tutte quelle nubi per non voler ferire.. ma il respiro sa.. e non ha bisogno di bussola alcuna.. un sorriso.. milena

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  3. La prima parte è stupenda, la seconda l'affina con l'introspezione e si sgrana in sensazioni che percepisco tu non riesca ad afferrare completamente, ma l'apertura finale ne fa uno spiraglio positivo.
    Bacio
    Giulia

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