venerdì 19 marzo 2010

E mi mescolo al più vago senso delle cose. Ai loro contorni. Al loro odore di timida normalità. Di giorni irriverenti che rubano luce al sole. E li barattano in sorrisi e saluti. E in musi duri. E vesto i pensieri di rassicurazioni e di realtà. Pensieri di pane. Vita che ha dimenticato il tempo. Ed impedisce agli istanti di dilatarsi. Di rubare spazio. Di stiracchiarsi. Con le braccia nell'aria. L'odore della luce. Una percezione. Pulita come un vetro strofinato. Nessuna quotidianeità può cancellare il senso. L'indefinito che smargina oltre il momento. La minuscola traccia della storia che ci è rimbalzata contro. Vite fatte di concretezza. Vite che rivestono anime. E un pò le coprono. E scoprono. Fino a masticare i lori segreti. Che segreti non sono. Ma caso che si è incastrato in una pietra. E li stana dai cantucci più remoti.
Sembra finzione.
Passi sulla pietra. Lucida. Sconosciuta. Fredda. Si riempie delle mie impronte. Scalze e spavalde. Passi nel buio. Senza urtare gli ostacoli. Perchè ostacoli non sono. Agli occhi amici del buio. E percorro la mia stanza come una gatta indolente. Una gatta che lentamente avanza. Non sa guardare il cielo. Forse neanche sa che esiste. Oltre la camera. Oltre la porta contro la quale struscia la sua coda. Prima di accovacciarsi. E riempire l'aria dei suoi sogni da gatta. Mentre si canta una ninna nanna fatta di incomprensibili fusa.
Non è finzione.
L'anima sa. Ha imparato. Si è spinta. E' stata respinta. Sa che si può. Annusa la traccia. La stringe forte. La raccoglie. La ritrova. Nella tana della voglia. Nell'istante espanso.
E' un bottone. Un mestolo. Un ago. Un mozzicone. Una monetina. Una perla. Una calza. Uno slip. Un orecchino. Una chiave. Un rossetto.
Oggetti. Senza dettagli. Il dettaglio siamo noi. Un dettaglio fatto di mente.
Mentre gli rovesciamo addosso la nostra identità.
Viviamo attraverso le cose.
Cose tra le cose.
Sono un foglio bianco.
Riempimi di parole.
Una cascata.
Sulla mia voglia.
Rendimi un oggetto vivente.
Pulsante.
Capace di sogni.
Rovescia vita sulla mia carne.
Lasciamela rotolare fuori.
Come se fossi carta inerte.
Ed inerme.
E soffia vento su vento.
Intorno al mio cuore di carta.
Non sa più tremare.

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